Lo stretching è sempre stato visto come la panacea di ogni male e molte persone mi dicono di utilizzarlo pre-attività sportiva per “riscaldarsi” e prevenire possibili infortuni.
Siamo sicuri che lo stretching abbia davvero questi effetti?!
Prima di rispondere a questa domanda è doveroso fare una precisazione: esistono varie tipologie di stretching e ognuna di queste può avere effetti diversi sul nostro organismo. In questo articolo analizzeremo nello specifico la differenza tra stretching statico (quello che sento e vedo essere maggiormente utilizzato) e stretching dinamico.
- Con stretching statico si intende il mantenimento di una posizione in allungamento muscolare per almeno 30 secondi.
- Con stretching dinamico si intende invece un allungamento muscolare eseguito a diversa velocità e ampiezza di movimento.
Cosa dice la letteratura scientifica a riguardo?
Al momento non c’é alcuna evidenza scientifica che dimostri che lo stretching prevenga gli infortuni.
Inoltre, in fase di riscaldamento lo stretching statico:
- Non migliora l’attivazione neuromuscolare.
- Non aumenta la temperatura muscolare.
- Potrebbe addirittura ridurre la performance sportiva (all’aumentare del tempo di allungamento si riducono infatti forza e potenza).
Sempre in fase di riscaldamento lo stretching dinamico invece:
- Migliora l’attivazione neuromuscolare.
- Aumenta la temperatura muscolare.
- Non riduce la performance sportiva.
Nel warm up (riscaldamento) possiamo quindi utilizzare esercizi di stretching dinamico, coerenti con l’attività sportiva che andremo a svolgere.
Quando ha senso allora utilizzare lo stretching statico?
Sicuramente lontano dall’attività sportiva, per aumentare l’ampiezza di movimento di un determinato distretto corporeo o per alleviare, nel breve termine, la sensazione di rigidità/dolore muscolo-tendineo.